Enciclopedia giuridica

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Mezzogiorno



accordo di programma per il mezzogiorno: convenzione di tipo organizzativo tra Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (v.) e regioni, enti locali e amministrazioni pubbliche, promossa per la realizzazione di interventi previsti nel programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno (v.) che richiedono, per la loro attuazione, l’iniziativa integrata e coordinata di più soggetti pubblici. L’mezzogiorno mezzogiorno ha la sua fonte normativa nella l. n. 64 del 1986. Alla definizione dei contenuti possono partecipare l’organo che ha la rappresentanza dell’ente, oppure un rappresentante dell’ente stesso. Per assicurare il coordinamento tra le parti, sia in fase di predisposizione che di attuazione, viene istituito un apposito comitato di coordinamento, composto da rappresentanti delle amministrazioni partecipanti. Una volta predisposto, l’mezzogiorno mezzogiorno viene sottoposto da ciascuna parte contraente ai propri organi deliberativi, che lo approvano e sottoscrivono: la firma lo rende efficace e vincolante per le parti. Segue l’approvazione con d.p.c.m., previa delibera del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (v.) e la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Per le regioni a statuto speciale, le funzioni del Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno sono svolte dal Presidente della regione, d’intesa con il ministro stesso. Secondo la dottrina, due sono i modelli possibili di mezzogiorno mezzogiorno: quello in attuazione di azioni previste nel programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno, che va inserito nel piano annuale di attuazione (v. piano annuale di attuazione del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno) per il finanziamento; quello stipulato sulla base di finanziamenti già previsti nel piano annuale di attuazione.

Agenzia per la promozione dello sviluppo del mezzogiorno (Agensud): è succeduta alla Cassa per il mezzogiorno (v.) in concomitanza con l’avvio del nuovo intervento straordinario disciplinato dalla l. n. 64 del 1986. Opera per la realizzazione di interventi promozionali e finanziari che riguardano, esclusivamente, il finanziamento delle attività di partecipazione, assistenza e formazione degli enti di promozione per lo sviluppo del mezzogiorno (v.) e degli altri soggetti, pubblici e privati, indicati dalla l. n. 64 cit.; la concessione delle agevolazioni finanziarie a favore delle attività economiche, in conformità alle direttive previste dal programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno (v.); il finanziamento dei progetti regionali e interregionali di interesse nazionale, da realizzare mediante apposite convenzioni con i soggetti indicati dal piano annuale di attuazione (v. piano annuale di attuazione del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno). Ev amministrata da un comitato di gestione, composto dal presidente e da sette esperti. Il programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno e il piano annuale di attuazione assegnano all’mezzogiorno mezzogiorno le risorse finanziarie per le spese di funzionamento. Il bilancio è sottoposto ad approvazione del Ministro del tesoro e del Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (v.). L’ordinamento dell’mezzogiorno mezzogiorno e l’organizzazione del personale sono deliberati dal comitato di gestione dell’mezzogiorno mezzogiorno ed approvati con decreto del Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno d’intesa con il Ministro del tesoro, sentito il Consiglio dei ministri. Presso l’mezzogiorno mezzogiorno è costituita una gestione separata, con autonomia organizzativa e contabile, per quelle attività di completamento, trasferimento e liquidazione delle opere e dei progetti già gestiti dalla cessata Cassa per il mezzogiorno.

Associazione per lo sviluppo dell’industria nel mezzogiorno (Svimez): ente di ricerca avente natura giuridica di associazione non riconosciuta senza scopo di lucro, finalizzato a promuovere lo studio delle condizioni economiche del mezzogiorno d’Italia e delle aree in ritardo di sviluppo e a proporre programmi di azioni e di opere intesi a creare ed a sviluppare, nelle regioni meridionali, le attività industriali più rispondenti alle esigenze accertate. Istituita nel 1947, la mezzogiorno mezzogiorno ha elaborato numerosi documenti, monografie, note e studi su questioni attinenti al mezzogiorno. Per lo svolgimento delle sue attività , la mezzogiorno mezzogiorno gode di un finanziamento annuale da parte dello Stato.

azioni organiche nel mezzogiorno: strutture logiche ed operative di previsione e di programmazione, entro le quali vanno collocati i progetti regionali, interregionali e di interesse nazionale nonche´ le singole opere e gli specifici interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno (v.). Le mezzogiorno mezzogiorno individuano i settori di intervento, specificandone le caratteristiche e stimolando la progettualità degli organismi operativi interessati e, in primo luogo, delle regioni. Data la scarsa funzionalità delle proposte regionali avanzate e la carente elaborazione di grandi progetti intersettoriali di importanza strategica per lo sviluppo del mezzogiorno, l’esperienza delle mezzogiorno mezzogiorno sembra, peraltro, superata dallo strumento dei programmi regionali di sviluppo per il mezzogiorno (v.).

Cassa per il mezzogiorno: fu creata nel 1950 come struttura statale, speciale e provvisoria, finalizzata ad un’azione aggiuntiva rispetto a quella svolta dalla amministrazione ordinaria per il mezzogiorno. Alla sua istituzione si giunse dopo un lungo dibattito sulla necessità o meno di avviare un programma straordinario di infrastrutturazione che tentasse la soluzione della c.d. questione meridionale. Prorogata più volte, la mezzogiorno mezzogiorno fu soppressa e liquidata nel 1984. Contestualmente alla soppressione, veniva disciplinato il piano per i completamenti, inteso a definire i rapporti giuridici attivi e passivi della cessata mezzogiorno mezzogiorno. Nel 1984, alla mezzogiorno mezzogiorno è subentrata l’Agenzia per la promozione dello sviluppo del mezzogiorno (v.). Presso quest’ultima è in corso una gestione separata per i completamenti, i trasferimenti e le liquidazioni di opere e progetti già gestiti dalla cessata mezzogiorno mezzogiorno.

contratto di programma per il mezzogiorno: convenzione di tipo organizzativo finalizzata al coinvolgimento di grandi gruppi industriali, nazionali e internazionali, in azioni previste, dal programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno per il riequilibrio tecnologico e produttivo del mezzogiorno. Il mezzogiorno mezzogiorno ha la sua fonte normativa nella delibera Cipi 16 luglio 1986. Attraverso il mezzogiorno mezzogiorno, la parte pubblica, il Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (v.), il Cipi, si impegna a concedere determinate agevolazioni alla componente privata, a fronte della realizzazione di grandi programmi di investimento significativi sotto il profilo economico, tecnologico e occupazionale. Il mezzogiorno mezzogiorno, da approvarsi dal Cipi, ha un contenuto flessibile, determinato di volta in volta dalle parti, pubblica e privata, in funzione degli obiettivi da raggiungere e dei vincoli operativi da cui le stesse sono condizionate. Quanto alle modalità procedurali, il gruppo industriale propone al Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno un piano progettuale, con indicazione di obiettivi, tasso di innovazione degli investimenti, costi, effetti sull’occupazione, ricadute economiche, agevolazioni richieste, attività indotte, fabbisogni infrastrutturali. Il Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno, avvalendosi di un apposito comitato tecnico e consultate le parti interessate, elabora la proposta di mezzogiorno mezzogiorno su cui il Cipi dovrà deliberare. Ove il piano impegni la realizzazione di infrastrutture di competenza regionale, alla seduta del Cipi partecipa il presidente della regione interessata. Eventuali significative variazioni al piano contrattato dovranno essere autorizzate dal Cipi, su proposta dello stesso Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno. La contrattazione programmata è stata estesa alle piccole e medie imprese produttrici di beni e di servizi, che si riuniscono in consorzi aventi forma giuridica di società di capitali, cui possono partecipare società di capitali e società partecipate da società finanziarie a capitale pubblico. Il mezzogiorno mezzogiorno è un esempio di amministrazione per contratto. Il modulo contrattuale è strumento di raccordo e di coordinamento della pluralità dei centri di decisione e di interesse coinvolti. Consente infatti, al contraente pubblico, di convogliare ingenti investimenti nel Sud, armonizzandoli con gli indirizzi di politica industriale; all’impresa, di realizzare piani progettuali complessi e organici, elaborati, approvati e realizzati al di fuori dei normali vincoli procedimentali e assistiti da agevolazioni notevolmente vantaggiose.

dipartimento per il mezzogiorno: istituito nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei ministri come struttura di supporto tecnicomezzogiornoamministrativo rispetto all’ufficio del Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (v.), predispone tutti gli adempimenti per conseguire il coordinamento dell’azione pubblica nel mezzogiorno, effettua la valutazione economica dei progetti da inserire nel piano annuale di attuazione (v. piano annuale di attuazione del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno) ed opera ai fini dell’esplicazione della funzione di coordinamento del complesso dell’azione pubblica nel mezzogiorno e delle funzioni assegnate al Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno dalla legislazione vigente. Il mezzogiorno mezzogiorno è articolato in otto servizi, distinti in aree funzionali (amministrativa, tecnicomezzogiornooperativa e delle strategie per lo sviluppo); i servizi sono articolati in reparti e sezioni. Si è molto discusso in passato, sulla utilità del mezzogiorno mezzogiorno, data la pluralità dei soggetti che, in fase di coordinamento esecutivo, coordinano l’intervento straordinario, e in considerazione dei problemi connessi alla coesistenza tra mezzogiorno mezzogiorno e Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno.

enti di promozione per lo sviluppo del mezzogiorno: trattasi di enti che concorrono, insieme all’Agenzia per la promozione dello sviluppo nel mezzogiorno (v.), alla attuazione di interventi straordinari e aggiuntivi nei territori meridionali. Essi derivano dagli ex enti collegati alla Cassa per il mezzogiorno (v.). Sono mezzogiorno mezzogiorno l’Istituto per l’assistenza allo sviluppo del mezzogiorno (Iasm); il Centro di formazione e studi per il mezzogiorno (Formez); la Società finanziaria nuove iniziative per il Sud (Insud); la Società finanziaria agricola del mezzogiorno (Finam); l’Istituto per lo sviluppo economico dell’Italia meridionale (Isveimer); l’Istituto regionale per il finanziamento alle medie e piccole industrie in Sicilia (Irfis); il Credito Industriale Sardo (Cis); i consorzi per aree e nuclei di sviluppo industriale nel mezzogiorno; la Società finanziaria meridionale (Fime); la FimemezzogiornoTrading, poi denominata Italtrade. Istituiti in tempi e con leggi diverse, eterogenei per natura giuridica e funzioni, essi sono accomunati dalla partecipazione della Cassa per il mezzogiorno, ora Agenzia per la promozione dello sviluppo del mezzogiorno, al capitale sociale e dalla sottoposizione a direzione e controllo della stessa. Il Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (v.) presenta annualmente, alla Commissione parlamentare per il controllo sugli interventi nel mezzogiorno, una relazione sull’attività svolta dagli mezzogiorno mezzogiorno, in attuazione del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno (v.), sulla base dei rispettivi rendiconti d’esercizio. La l. n. 64 del 1986 prevedeva inoltre un riordinamento degli ex enti collegati cui si è provveduto. Con il riordinamento degli mezzogiorno mezzogiorno è stata prevista la costituzione della Spinsud, società finanziaria per la predisposizione di progetti di investimento ad alto livello tecnologico, e la liquidazione dello Iasm, associazione non riconosciuta, con la contestuale costituzione, in sua vece, di una s.p.a..

fiscalizzazione degli oneri sociali e sgravi contributivi nel mezzogiorno: consiste nella riduzione, in favore delle imprese, dell’ammontare complessivo dei contributi dovuti per l’assicurazione generale contro le malattie. La riduzione viene attuata con il prelievo fiscale, utilizzato per integrare il minore gettito contributivo; essa è finalizzata al contenimento del costo del lavoro, alla riduzione dei costi di produzione e all’aumento dell’autofinanziamento aziendale. Per il mezzogiorno è previsto che, in casi particolari, a tale riduzione dei costi di produzione si accompagni una riduzione ulteriore. La fiscalizzazione degli oneri sociali si distingue dagli sgravi contributivi, che consistono in una riduzione dell’ammontare complessivo dei contributi dovuti all’Inps dai datori di lavoro e, in parte, dai lavoratori: tale riduzione è pari ad una percentuale delle retribuzioni, al netto dei compensi per il lavoro straordinario. La riduzione del costo del lavoro attraverso gli sgravi contributivi è stata adottata dal legislatore come metodo per realizzare l’espansione produttiva e la piena occupazione, soprattutto nelle aree di maggiore depressione economica quali quelle meridionali. Ev diffusa l’opinione che la riduzione dei contributi sociali, limitata alle regioni meno sviluppate, sia misura efficace per compensare i maggiori costi che le imprese incontrano, a condizione che le diseconomie dipendano dal costo del lavoro, risultando essa inutile se contemporaneamente operano diseconomie esterne e interne d’altro genere.

intervento ordinario e straordinario nel mezzogiorno: è ordinario l’intervento, posto in essere da amministrazioni ordinarie, enti pubblici istituzionali, regioni e enti locali minori, disciplinato da leggi dello Stato per l’intero territorio nazionale e, quindi, con applicazione uniforme in tutto il Paese. Esso è finalizzato allo sviluppo di tutte le regioni, ivi comprese quelle meridionali. Ev straordinario l’intervento posto in essere nei territori meridionali per la realizzazione di opere infrastrutturali (strade, linee ferroviarie, acquedotti, fognature, scuole, ospedali) e per favorire lo sviluppo agricolo e l’istituzione di nuovi insediamenti industriali. L’intervento straordinario, differenziato a favore del mezzogiorno e aggiuntivo rispetto a quello previsto dalla spesa ordinaria, si caratterizza per l’attribuzione di un flusso di risorse in periodo poliennale, per una gestione dotata del massimo di autonomia, per la tendenza ad adottare procedure meno macchinose e più efficaci; il suo apparato è costituito dall’Agenzia per la promozione dello sviluppo del mezzogiorno (v.) e dagli enti di promozione per lo sviluppo del mezzogiorno (v.), ad essa collegati. L’intervento straordinario fu concepito negli anni ’50, con l’istituzione della Cassa per il mezzogiorno (v.). Il problema di fondo, oggi, è quello di coordinare le due forme di intervento, accentuando i caratteri di specialità e di aggiuntività dell’intervento straordinario e integrando con quest’ultimo l’intervento ordinario. Ma vi è un diffuso movimento che mira all’eliminazione di ogni forma di intervento straordinario e alla liquidazione di tutte le strutture dell’apparato ad essa collegato.

intesa di programma per il mezzogiorno: convenzione di tipo organizzativo con la quale determinati soggetti pubblici si impegnano all’attuazione di interventi, rientranti negli obiettivi e nelle azioni previste dal programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno (v.), ricevendo dal Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (v.) finanziamenti ad hoc. L’mezzogiorno mezzogiorno viene poi trasfusa in una delibera del Cipe che, dopo aver accertato la rispondenza dei contenuti alle previsioni e agli obiettivi previsti in sede di pianificazione generale, rende definitivi i finanziamenti concessi. L’mezzogiorno mezzogiorno, priva di fondamento normativo e prevista dai piani annuali di attuazione (v. piano annuale di attuazione del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno) come strumento di realizzazione delle azioni organiche (v. azioni organiche nel mezzogiorno), è caratterizzata da informalità e snellezza nella procedura di approvazione, ed è espressione dell’accordo politico tra il Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno e gli altri soggetti istituzionalmente competenti in un settore, per la realizzazione di azioni e interventi collegati. Secondo la dottrina, l’mezzogiorno mezzogiorno è volta a stimolare l’intervento di soggetti pubblici, con competenze specifiche, in azioni conformi a obiettivi fissati in sede di pianificazione generale e aventi rilevanza strategica per lo sviluppo del mezzogiorno.

istituti di credito speciale per il mezzogiorno: sono enti di diritto pubblico con personalità giuridica propria. Essi esercitano il credito agevolato a favore dell’industria, del commercio, dei trasporti e delle comunicazioni, dei servizi. Tra gli mezzogiorno mezzogiorno, particolare rilevanza hanno l’Isveimer, istituito nel 1938 ed operante nei territori meridionali ad esclusione della Sicilia e della Sardegna; l’Irfis, istituito nel 1950 ed operante per lo sviluppo economico della Sicilia; il Cis, istituito nel 1953 ed operante per lo sviluppo economico della Sardegna. Ogni istituto dispone di un fondo di dotazione e di un fondo speciale; sono inoltre previsti fondi di rotazione a gestione separata, finalizzati alla concessione di mutui agevolati a favore delle piccole e medie imprese meridionali e delle imprese artigiane e agricole, per acquisto di macchine ad alto contenuto tecnologico, sviluppo di programmi di ricerca applicata, sostegno di investimenti per l’avvio di nuove tecnologie, finanziamento di progetti di innovazioni organizzative e manageriali, ecc..

Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno: il mezzogiorno mezzogiorno provvede, su delega del Presidente del Consiglio dei ministri, all’attività di coordinamento del complesso dell’azione pubblica nel mezzogiorno. Nell’ambito di tale potestà generale, il mezzogiorno mezzogiorno, per quanto riguarda il coordinamento tra intervento ordinario e straordinario nel mezzogiorno (v.), formula, d’intesa con il Ministro del bilancio e della programmazione economica, proposte al Cipe in sede di approvazione del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno (v.). Nell’ambito degli strumenti programmatori volti a definire le linee di intervento straordinario, definisce i piani annuali di attuazione (v. piano annuale di attuazione del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno). Nel caso di carenza di iniziative o di inadempimenti dei soggetti che concorrono all’attuazione degli interventi previsti, è competente ad adottare misure integrative o sostitutive. Di rilievo le sue attribuzioni relativamente all’ Agenzia per la promozione dello sviluppo del mezzogiorno (v.) e agli enti di promozione per lo sviluppo del mezzogiorno (v.), nei confronti dei quali emana direttive ed ha poteri di vigilanza. Numerose sono le norme riguardanti la sua potestà in materia di contabilità pubblica (trasmette, entro il 30 giugno di ciascun anno, ai Ministri del tesoro e del bilancio e della programmazione economica, le proprie indicazioni riguardo ai progetti di bilancio annuale e pluriennale, al disegno di legge finanziaria, alle programmazioni di settore disciplinate dalla legge di spesa pluriennale; inoltre, nell’esercizio della sua attività di coordinamento, presenta al Parlamento, nella stessa data di presentazione del disegno di legge finanziaria, un apposito documento allegato al disegno di legge di approvazione del bilancio, sulla ripartizione, tra mezzogiorno e resto del Paese, delle spese d’investimento iscritte negli stati di previsione dei singoli ministeri per gli interventi di rispettiva competenza). Esercita potestà significative in materia di sviluppo dell’imprenditorialità giovanile, di contributi sul Fondo europeo di sviluppo regionale (v. Fondi strutturali Cee), di interventi previsti nelle aree meridionali colpite dal sisma del 1980 e 1981. Si segnala, da ultimo, l’avvenuto accorpamento del mezzogiorno mezzogiorno con il Ministero del bilancio e della programmazione economica. Il dibattito dottrinario si è soffermato sul particolare ruolo del mezzogiorno mezzogiorno nell’ambito della compagine governativa; sulla citata delega da parte del Presidente del Consiglio dei ministri; sulla possibilità di individuare in lui il soggetto responsabile, nei confronti del Parlamento, dell’azione pubblica nel mezzogiorno.

moduli convenzionali per il mezzogiorno: nel sistema dell’intervento straordinario nel mezzogiorno sono previsti tre mezzogiorno mezzogiorno che si collocano nella fase attuativa della programmazione: l’accordo di programma per il mezzogiorno (v.), il contratto di programma per il mezzogiorno (v.), l’intesa di programma per il mezzogiorno (v.). Trattasi di convenzioni di tipo organizzativo, tra loro differenti per fonte normativa, per soggetti, per rapporto con il sistema della programmazione, per procedure di formulazione e di approvazione. Tali mezzogiorno mezzogiorno presuppongono l’individuazione e la selezione degli obiettivi e delle priorità concrete da perseguire in sede di pianificazione generale attraverso i programmi triennali per lo sviluppo del mezzogiorno (v.), i piani annuali di attuazione (v. piano annuale di attuazione del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno) e le relative azioni organiche (v. azioni organiche nel mezzogiorno). Sono pertanto volti all’attuazione di scelte e finalità altrove individuate. Essi si pongono nella fase discensionale del sistema programmatorio adottato nel mezzogiorno.

piano annuale di attuazione del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno: previsto dalla l. n. 64 del 1986, il mezzogiorno mezzogiorno è atto di pianificazione normativa e finanziaria attuativo del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno (v.). Ev formulato dal Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (v.), sentito il comitato dei rappresentanti delle regioni meridionali, sulla base sia di programmi regionali di sviluppo per il mezzogiorno (v.), inviati dalle regioni entro il 31 maggio al ministro stesso, sia di progetti interregionali o di interesse nazionale previsti dal programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno. Tali progetti indicano i riferimenti temporali, territoriali, occupazionali, i soggetti tenuti all’attuazione e le quote finanziarie correlate ai singoli interventi secondo criteri uniformi di rappresentazione fissati dal Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno, sentito il comitato dei rappresentanti delle regioni meridionali. Il mezzogiorno mezzogiorno è approvato dal Cipe, su proposta del Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno. Il mezzogiorno mezzogiorno, da approvarsi contestualmente all’aggiornamento del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno: a) specifica, nel quadro di una rigorosa valutazione tecnica e finanziaria, l’occupazione derivante dalla realizzazione delle singole opere e degli interventi infrastrutturali; b) indica i criteri, le modalità e le procedure di esecuzione delle opere; c) indica, nell’ambito degli stanziamenti previsti, i mezzi finanziari occorrenti, per la incentivazione, la promozione e lo sviluppo delle attività produttive; d) individua i soggetti che dovranno curare la gestione delle opere finanziate.

progetti strategici per il mezzogiorno: progetti volti all’attuazione di interventi che, superando l’intreccio di competenze tra Stato, regioni, province, comunità e consorzi, sono informati a indicazioni e progettazioni unitarie cui seguono unitarie realizzazioni e gestioni. I mezzogiorno mezzogiorno sono, per natura, intersettoriali (provvedono cioè ad interventi riguardanti più settori ed involgenti la competenza dei soggetti preposti al governo di tali settori) o interregionali (in quanto destinati ad avere incidenza economica al di là della singola regione). Sono destinati ad operare nei settori dell’emergenza idrica, delle aree metropolitane, del turismo, delle reti di comunicazione, attraverso iniziative non incentrate sul fattore umano ma volte alla realizzazione di infrastrutture (in particolare opere e servizi funzionali allo sviluppo del mezzogiorno). Secondo il quadro normativo dell’attuale intervento straordinario, il piano annuale di attuazione (v. piano annuale di attuazione del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno) è formulato sulla base di progetti di sviluppo regionale o interregionali o di progetti di interesse nazionale, previsti dal programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno. Inoltre, ai fini della formulazione del primo piano annuale di attuazione, le amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, e gli enti pubblici economici trasmettono al Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (v.), per la parte riguardante i progetti interregionali o i progetti di interesse nazionale, le relative proposte.

programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno: previsto dalla l. n. 651 del 1983 e dalla l. n. 64 del 1986, il mezzogiorno mezzogiorno specifica, regola e coordina tutte le azioni di sviluppo perseguite nell’ambito dell’intervento straordinario nel mezzogiorno, con funzione di atto precettivo o dispositivo. Il mezzogiorno mezzogiorno è formulato dal Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (v.) sulla base delle proposte delle regioni meridionali e tenendo conto dei programmi delle amministrazioni pubbliche, sentito il Comitato dei rappresentanti delle regioni meridionali. Il mezzogiorno mezzogiorno ed i suoi aggiornamenti sono approvati dal Cipe, su proposta del Ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno, sentita la Commissione parlamentare per il controllo degli interventi nel mezzogiorno. Esso disciplina le azioni organiche (v. azioni organiche nel mezzogiorno) di intervento; individua le opere da realizzare; individua i soggetti (pubblici e privati) responsabili dell’attuazione dell’intervento; individua le modalità sostitutive nel caso di inadempimenti dei soggetti responsabili; stabilisce le quote finanziarie da assegnarsi ai singoli settori; formula criteri per la realizzazione degli interventi previsti nei programmi regionali di sviluppo per il mezzogiorno (v.) e determina la quota di risorse da destinarsi alla realizzazione di essi. Il Cipe approva inoltre il piano annuale di attuazione (v. piano annuale di attuazione del programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno) attuativo del mezzogiorno mezzogiorno, a garanzia della concretezza e dell’esecuzione del mezzogiorno mezzogiorno (sia in termini di tempi che di disponibilità finanziaria).

programmi regionali di sviluppo per il mezzogiorno: strumenti programmatori volti alla realizzazione di iniziative organiche a carattere intersettoriale per lo sviluppo di attività economiche in specifici territori e settori produttivi. Il programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno (v.) detta gli indirizzi generali circa i criteri per il finanziamento e per la realizzazione dei mezzogiorno mezzogiorno. Le regioni ne individuano il contenuto e decidono in ordine alla gestione di essi. La selezione dei progetti da ammettere a finanziamento è dovuta alle singole regioni, che provvedono direttamente alle istruttorie tecniche e deliberano gli impegni di spesa. Le regioni sono tenute a presentare i mezzogiorno mezzogiorno al Dipartimento per il mezzogiorno (v.), entro un termine prestabilito. Il trasferimento delle risorse alle regioni è regolato dal programma triennale per lo sviluppo del mezzogiorno.

riserva di appalti pubblici per il mezzogiorno: le P.A. hanno l’obbligo di riservare almeno il 30% degli appalti di forniture a favore delle imprese industriali agricole ed artigiane, aventi stabilimenti ed impianti fissi ubicati nei territori meridionali e nei quali sia eseguita la lavorazione, anche parziale, dei prodotti richiesti. Tale obbligo è stato esteso a tutte le amministrazioni pubbliche, alle regioni, province e comuni, alle unità sanitarie locali, alle comunità montane, alle Università , agli enti ospedalieri autonomi. Trattasi di un regime di preferenza regionale che, attraverso la riserva di una quota di commesse, intende favorire le imprese situate in una zona svantaggiata, servendo al tempo stesso come indiretto fattore di incentivazione all’insediamento di imprese nei territori meridionali. Secondo la Corte di giustizia delle Comunità europee (20 marzo 1990), il regime preferenziale basato sulla riserva di una percentuale degli appalti pubblici di forniture alle imprese ubicate nel mezzogiorno impedisce alle amministrazioni ed agli enti pubblici interessati di rifornirsi, per parte del materiale loro occorrente, presso imprese ubicate in altri Stati membri. Sotto questo profilo, il sistema italiano è stato ritenuto incompatibile con l’art. 30 del Trattato Cee, che vieta le restrizioni quantitative alle importazioni e alle misure di effetto equivalente, quale è da considerarsi la riserva a favore delle imprese meridionali. La Corte ha anche ritenuto che un sistema siffatto non possa essere classificato quale aiuto regionale a favore di zone economicamente arretrate. L’incompatibilità con i principi comunitari delle norme in questione e la loro conseguente inapplicabilità è stata riconosciuta, in linea con gli orientamenti giurisprudenziali della Corte di giustizia delle Comunità europee e degli organi giurisdizionali nazionali, da una pronuncia della Sezione del controllo sugli atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti (23 aprile 1991). La legge comunitaria per il 1991 ha dato attuazione diretta alla direttiva del Consiglio n. 89/665/Cee; tale direttiva innova sensibilmente la materia della disciplina comunitaria degli appalti pubblici, introducendo norme relative ai ricorsi in caso di violazione della detta disciplina.


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