Enciclopedia giuridica

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Buon costume



buon costume in diritto civile: la contrarietà al buon costume è causa di nullità del contratto (artt. 1343 e 1418 c.c.). Il buon costume è costituito da quelle norme imperative non esplicite, ma ricavabili per implicito dal sistema legislativo, che comportano una valutazione del comportamento dei singoli in termini di moralità o di onestà . Riguardano anche, ma non solo, la sfera sessuale: così i contratti che attengono all’esercizio della prostituzione, alla pornografia ecc. (ad esempio, il contratto con la prostituta, anche se nessuna espressa norma lo vieta, è considerato illecito e, quindi, nullo perche´ contrario al buon costume). Ma viene in considerazione anche il costume politico, il costume sportivo, il costume negli affari ecc.: così il contratto con il quale si accetta un compenso in danaro per rinunciare alla propria candidatura alle elezioni o ad una carica politica (la vendita del voto è , invece, espressamente vietata dalla l. n. 361 del 1957 sulla elezione della Camera dei deputati); così il contratto con il quale il calciatore si fa promettere un compenso per far perdere una partita alla propria squadra; il contratto con il quale il giornalista si fa promettere dall’interessato un compenso per inscenare una campagna di stampa a favore o contro qualcuno; il contratto con il quale l’amministratore o il funzionario si fa promettere da un terzo una tangente per favorire la conclusione di affari per il terzo e la sua società ; il contratto di mediazione matrimoniale, quando il compenso sia subordinato alla celebrazione del matrimonio. Il contratto contrario al buon costume, sebbene nullo, produce lo speciale effetto di cui all’art. 2035 c.c.: non si è tenuti, come per ogni contratto nullo, a dare esecuzione al contratto; ma non si può ottenere la restituzione di ciò che si è pagato in esecuzione del contratto (non si può chiedere la restituzione della mercede data alla prostituta, del compenso dato all’uomo politico o al calciatore corrotto ecc.); e questo principio vale per ogni contratto qualificabile come contrario al buon costume, anche se la sua illiceità sia espressamente prevista dalla legge (come nel precedente esempio della vendita del voto e in ogni altro caso in cui la protezione del buon costume abbia suggerito una espressa norma imperativa). V. anche ordine pubblico, buon costume internazionale.

buon costume in diritto penale: il complesso delle convenzioni morali (spesso intese quali specificamente attinenti alla sfera sessuale) che serve da criterio di valutazione dei componenti pubblici e privati: delitti contro la pubblica moralità ed il buon costume; comportamenti delittuosi che violano il buon costume (ad es. violenza carnale; atti di libidine violenti; atti osceni (artt. 519 – 544 c.p.).


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