Azione  volta  ad  impedire qualunque relazione  con  uno  Stato,  sia di natura economica che politica.  Allorquando si tratta di un’ operazione navale  volta ad  impedire l’entrata  o l’uscita di qualsiasi  nave  dalle  o verso  le acque interne o da  o verso  porti  nemici  si parla  di blocco marittimo (Dichiarazione navale  di Londra, del 1909). Chiara  è  la distinzione tra  blocco marittimo e contrabbando di guerra: nel primo  caso  si ha  un  divieto  generale in ordine  alle  merci  e limitato  in ordine  ai luoghi  verso  i quali  le merci  sono  dirette;  nel secondo  caso,  vi è un  divieto  generale in ordine  alla  destinazione e limitato  in ordine  alle merci trasportate. Con  riferimento al contrabbando possono  essere  fermate e visitate  solo  le navi  neutrali che, ove  trasportino una  determinata categoria di merci  possono  essere  successivamente confiscate;  mentre con  il blocco marittimo tutte  le navi, senza  distinzioni,  siano  esse  dirette verso  o in provenienza da  porti  nemici,  possono  essere  sottoposte al controllo dello  Stato belligerante. Possono  essere  bloccati  sia i porti  che le coste  dell’avversario, anche  se occupati  dal belligerante. Non  possono  essere  bloccati  i porti  e le coste  degli  Stati  neutrali,  gli stretti  internazionali che mettano in comunicazione un  braccio  di mare  circondato da  Stati  neutrali e gli spazi dichiarati esenti  da  un  trattato internazionale (come,  ad  esempio,  il Canale di Suez in base  alla  Convenzione di Costantinopoli del 1888).  
 effettività  del blocco marittimo:  la liceità  del  blocco marittimo è  soggetta  a tre  condizioni:  il blocco marittimo deve  essere effettivo,  non  discriminatorio e preceduto da  appropriata dichiarazione. Effettività  significa  che il blocco marittimo deve  essere  applicato  imparzialmente nei confronti  di tutte  le navi, incluse  quelle  dello  Stato  bloccante,  qualora  queste  intendessero commerciare con  il nemico.  L’appropriata dichiarazione, che serve  a rendere edotti  i neutrali dell’esistenza  del blocco marittimo, è  effettuata dal Governo belligerante oppure dal comandante della  forza  navale  che procede al blocco marittimo.  
 blocco marittimo totale:  si ha  allorquando il blocco marittimo perde  in pratica  il requisito della localizzazione  che lo dovrebbe caratterizzare rispetto  al contrabbando, nel caso  in cui il belligerante impedisca  per  mare  ogni  e qualsiasi  commercio con  il nemico,  confiscando  navi  e merci  neutrali dirette al territorio nemico o occupato dal nemico  ed  alle  forze  armate nemiche  ed  anche  le navi  e merci  dal nemico  provenienti. Con  l’evoluzione  poi  che ha  subito  la guerra, con  il coinvolgimento totale  anche  delle  popolazioni civili, si è  prodotto il superamento dell’istituto dello  stesso  contrabbando di guerra,  che si è trasformato in una  sorta  di blocco marittimo blocco marittimo.  
 violazione  del blocco marittimo:  in caso  di blocco marittimo blocco marittimo la nave  ed  il carico  vengono  confiscati  dallo Stato  bloccante.  La  condanna viene  comminata dopo  regolare giudizio  delle prede.  Non  si può  attaccare una  nave  che tenti  di forzare  il blocco marittimo tranne che non  obbedisca all’intimazione di fermarsi.  La  Dichiarazione di Londra del 1909 non  precisa  quale  sia la sorte  dell’equipaggio della  nave  bloccata: secondo  parte  della  dottrina, gli equipaggi  delle  navi  neutrali devono  essere rimessi  in libertà , tranne che non  siano  colpevoli  di atti  di ostilità ; qualche membro, inoltre,  potrebbe essere  trattenuto per  testimoniare nel giudizio delle  prede. 		
			
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