Enciclopedia giuridica

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z




Espropriazione per pubblica utilità

Lo Stato e gli altri enti pubblici si procurano, di regola, la proprietà di beni acquistandoli dal loro precedente proprietario oppure a titolo originario, allo stesso modo di qualsiasi privato. Lo Stato dispone, tuttavia, anche di strumenti autoritativi per conseguire la proprietà dei beni. Ev il caso della espropriazione per pubblica utilità: la Costituzione stabilisce che la proprietà privata può essere, nei casi previsti dalla legge e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale (art. 42, comma 3o); e disposizione analoga figura anche nel c.c. (art. 834), mentre i casi e le procedure di espropriazione sono regolati da leggi speciali (legge generale sulle espropriazioni 25 giugno 1865, n. 2359; legge sul risanamento della città di Napoli 15 gennaio 1885, n. 2892, poi estesa ad altri comuni; l. 22 ottobre 1971, n. 865, detta legge sulla casa; l. 28 gennaio 1977, n. 10, detta legge sui suoli). L’espropriazione è retta da due principi fondamentali. Uno è il principio di legalità : i pubblici poteri possono, in forza dei propri poteri sovrani, espropriare i beni dei privati, acquisendoli al patrimonio dello Stato o di altri enti pubblici, solo nei casi previsti dalla legge e solo nel rispetto delle procedure determinate dalla legge. L’altro principio è quello dell’indennizzo: lo Stato deve corrispondere al proprietario espropriato una somma di danaro, determinata anch’essa secondo criteri di legge, che compensi la perdita subita dal proprietario; e questa somma non deve essere, per la Corte Costituzionale, puramente simbolica, anche se non si richiede che essa equivalga al prezzo di mercato del bene espropriato ne´ che rappresenti l’integrale risarcimento del danno che il proprietario ha subito. All’espropriazione di suoli si suole dare, tradizionalmente, ricorso, per realizzare opere pubbliche, come la costruzione di strade o di ferrovie (opere che risulterebbero irrealizzabili se i pubblici poteri dovessero, ad esempio per costruire una strada, trattare l’acquisto nei modi di diritto comune con ciascuno degli innumerevoli proprietari del suolo corrispondente al progettato tracciato stradale). Più recenti applicazioni dell’espropriazione riguardano la lotta contro la rendita parassitaria dei suoli urbani, ai sensi di leggi come la l. n. 865 del 1971 (legge sulla casa) e la l. n. 10 del 1977 (legge sui suoli). I comuni sono autorizzati a promuovere l’espropriazione di quote del territorio comunale destinate all’espansione urbana e, quindi, a cederle ai costruttori edili, con l’obiettivo di ridurre il costo delle abitazioni, eliminando fra le componenti di questo costo il maggior prezzo, rispetto all’indennità di esproprio, preteso dai proprietari dei suoli. E di questo maggior prezzo si parla come di rendita parassitaria o come di rendita di posizione perche´ esso dipende, esclusivamente, dalla collocazione dei suoli rispetto ai centri urbani (così un fondo agricolo situato nelle adiacenze di un centro urbano acquista un alto valore di mercato per il solo fatto di essere incluso dal piano regolatore comunale fra le aree edificabili). Va anche considerata una ulteriore disposizione della Costituzione, la quale consente che, per legge, si possono riservare originariamente allo Stato o ad enti pubblici determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscono a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale (art. 43). La norma è riferita alle imprese: è norma preclusiva, nei casi considerati, della libertà di iniziativa economica privata riconosciuta dall’art. 41, e non va considerata in questa sede. Ma la stessa norma consente, nei medesimi casi, anche di espropriare le imprese operanti, salvo indennizzo. Per questo aspetto la norma, anche se riferita alla espropriazione di imprese, riguarda in realtà l’espropriazione di aziende, ossia dei beni produttivi impiegati nell’esercizio delle imprese (art. 2555). Significativa applicazione dell’art. 43 della Costituzione è stata la nazionalizzazione, con espropriazione delle aziende private preesistenti, di quella specifica fonte di energia che è la produzione di elettricità (l. n. 1643 del 1962, che ha trasferito all’Enel le aziende elettriche espropriate).


Espropriazione forzata      |      Espulsione


 
.