Enciclopedia giuridica

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Desistenza volontaria

La figura si inquadra nell’ambito del tentativo (v.), che costituisce la base su cui esso può innestarsi. Il tentativo di un reato consiste nel compiere una serie di atti univoci ed idonei alla realizzazione del reato stesso, che, per impedimenti estranei all’agente, non giunge a perfezione. Desistere significa non continuare nel compimento di tali atti, rinunciando a compiere quegli ulteriori atti che il soggetto poteva compiere perche´ il reato si perfezionasse. Ev perciò necessario che l’agente, dopo aver compiuto atti che già di per se´ costituiscono tentativo punibile, muti proposito ed operi in modo che il delitto non si compia. Pur trattandosi, di norma, di un atteggiamento di astensione, resta compatibile con la desistenza anche un comportamento attivo, che annulli l’azione tenuta, finche´ non si è attivato il processo causale (es. sostituzione della fiala avvelenata con quella curativa prima dell’iniezione da parte dell’infermiere).


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